Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese...
Un 'docudrama' italiano, un reportage aspro delicato e struggente. I conti definitivi con i sogni, le autoillusioni, le idee, le sconfitte e l'orgoglio della generazione di cui, con questo libro, Aldo Nove diventa l'autentico portavoce. Questa non è fiction. È realtà. La realtà del lavoro oggi. La parte non protetta, debole, insicura. Una faccenda che riguarda tutti. Un libro composto di interviste affilate come lame a giovani e non piú giovani, cui si affianca ogni volta il commento e racconto di Aldo Nove sul sogno perduto di una generazione di adulti costretti a forza a rimanere bambini. Persone vere, mai raccontate però. Chi lavora in agenzie web, chi fa il pastore precario, chi vive flessibilità di ogni genere, chi rimane stagista a vita, chi a vent'anni fa un lavoro "di relazioni e di successo", chi lavora in uno studio da avvocato ma si mantiene facendo il cameriere, chi fa il part-time in un museo. Lavoratori per Internet, lavoratori interinali... E "quarantenni narcotizzati da una quotidianità sovrastante", per i quali è sempre piú difficile permettersi di fare figli. Aldo Nove usa qui la scrittura per mettere a nudo la realtà, nel modo piú semplice e senza fronzoli. Affiancando ogni volta alle 'cose viste' il suo racconto-commento, sommesso e radicale. Un'inchiesta coraggiosa e fuori dal coro, una lettura che davvero toglie il fiato.
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