Terraferma
Kaspar Steinbach nella sua vita ha avuto un solo momento di gloria: quando, poco più che ventenne, ha salvato un uomo coinvolto in un incidente automobilistico. Poi un'esistenza tutta dedicata al lavoro, avvertita come mediocre e noiosa, e adesso una fase di stasi e inquietudine.Julia, sua figlia, ha ventisei anni, si è da poco laureata, il rapporto con il suo compagno è a pezzi, le prospettive professionali ed esistenziali appaiono fosche.In questa condizione, Kaspar cerca un cauto contatto con la figlia che quasi non conosce. Arroccati sulle proprie comprensibili diffidenze, i due si incontrano una prima volta, e poi per un'intera settimana: lentamente il bisogno di raccontare e l'esigenza di capire si impongono, perchè le zone d'ombra nelle loro esistenze sono davvero tante: riguardano il rapporto fra Kaspar e Lena - la madre di Julia - , la morte della stessa Lena, l'emarginazione di Kaspar dalla famiglia. L'impulso a narrare e la voglia di ascoltare non si fermano nemmeno davanti ad argomenti di norma considerati tabù, in un cammino a ritroso che condurrà Jiulia sino all'istante del suo concepimento (narrato con grande lievità e senso dell'umorismo).Superata la crisi, Kaspar torna alla sua vita di impiegato, Julia si ritira in una casa sul lago d'Orta, e qui registra quanto le è stato raccontato, in un processo di comprensione interiore che se da un lato la priva delle poche certezze che aveva, dall'altro le consentirà forse - di raggiungere un lembo di terraferma.Il quinto romanzo di Markus Werner, il primo tradotto in Italia, è la storia di due rapporti d'amore: quello tra Lena e Kaspar che non ha mai avuto la possibilità di esprimersi, e quello tra padre e figlia che trova un suo breve "momento di grazia" negli incontri-confessione fra i due. E tuttavia l'opera sfugge a ogni rigida classificazione. Troppo ironico per rientrare nei canoni della tradizionale storia d'amore, troppo "lieve" per una storia intimista, non sufficientemente esplicito [...]
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