Dove le donne
Il luogo incantato dove la vicenda ha inizio, e disillusa conclusione, è la minuscola isola La Marana, nell'Atlantico, di fronte alle coste spagnole. Un ponte la unisce alla terra, ma è un legame esile, serve piuttosto ad accrescere la distanza dei suoi abitanti del resto del mondo. Anche quel nome, La Marana, denota ostilità e separatezza: alla lettera, "ginepraio", "roveto", ma anche "groviglio", perfino "Imbroglio". Sull'isola vive una curiosa famiglia, quasi tutta al femminile ("i padri non contano, non hanno mai contato in questa casa l'identità è sempre materna"): Clara e Lucia, sorelle, dalle potenti idiosincrasie, vivono nel ricordo e nell'esaltazione dei momenti fulgidi della loro giovinezza, praticano il disprezzo della normalità piccolo-borghese, del perbenismo, della banalità. Lucia, la più fascinosa e stravagante, vive nel torrione insieme al taciturno Tom, un tedesco ricco e modesto, che l'adora in silenzio e si dedica al giardino. Clara è separata dal marito (che dopo misteriose peregrinazioni cubane finisce per riapparire), e si occupa - con distaccata attenzione e con l'aiuto della spigolosa Fraulein Hannah - dei tre figli, Fernandito, Violeta e la loro sorella maggiore: quest'ultima è insieme voce narrante e protagonista. Attraverso il suo sguardo, infatti, l'autore ricrea l'esperienza fondante, quella del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, fino all'estrema presa di consapevolezza dell'incipiente età maggiore. Ma ricrea, soprattutto, la stagnante e viscosa atmosfera della casa sull'isola, un clima familiare soltanto all'apparenza contrario a ogni regola, in cui si consumano gli entusiasmi e le disillusioni della giovane protagonista.
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