Suttree

Suttree

Cornelius "Buddy" Suttree è un uomo sulla trentina. Vive in una decrepita casa galleggiante sul Tennessee ancorata nei dintorni di Knoxville, ogni tanto pesca qualcosa per guadagnare giusto il necessario a sopravvivere. La sua unica ambizione sembra essere quella di bere, tanto da essere fermato spesso per ubriachezza molesta. Eppure non è sempre stato così: Suttree viene da un passato di privilegi fino a quando non ha ripudiato la famiglia benestante, gli agi in cui è cresciuto, una moglie e un figlio. Il romanzo prende le mosse dall'uscita di prigione di Suttree (è stato un anno dentro per un furto in una farmacia) e racconta della sua vita accanto ai balordi e agli esclusi del Sud degli Stati Uniti: "ladri, derelitti, puttane, bari, ubriaconi, truffatori, accattoni, assassini, pervertiti e tutta un'infinita varietà di debosciati". Tra questi spicca Gene Harrogate che Suttree ha incontrato in prigione, un vagabondo "che non ha mai fatto una doccia in tutta la sua vita", un personaggio indimenticabile, ingenuo e amorale allo stesso tempo, deciso a "conquistare" Knoxville o morire provandoci. Cosí, la storia di Suttree - che ha i tratti caratteristici di molti eroi di McCarthy: un solitario impenitente, vittima di un isolamento per molti versi incomprensibile - si converte nel ritratto di una vita anonima, senza compromessi, che gode dell'esistenza nelle sue forme più dure, dove momenti di puro lirismo si alternano a una riflessione sull'identità e l'esistenza. Grazie a una struttura narrativa semplice, costruita con episodi che lasciano un'impronta indelebile nella memoria, questo romanzo - che è stato paragonato all'"Ulisse" di Joyce per la densità della sua prosa e alle "Avventure di Huckleberry Finn" per l'onnipresenza del fiume - è la conferma di quanto Cormac McCarthy sia a pieno titolo un classico della narrativa contemporanea.
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