Il bastardo di Mautàna
Primo romanzo di Silvana Grasso, "Il bastardo di Mautàna" ruota attorno a tre date cardine, il 1906, il 1921 e il 1948, ma è sfiorato solo incidentalmente dai grandi eventi storici. Vi si raccontano l'ascesa e la decadenza di una nobile famiglia siciliana, proprietaria di terre e di esistenze. Il capostipite, Don Giachino, è un padrone sanguigno che governa come un antico tiranno, schiavo di una impetuosa carnalità. Dei suoi figli il legittimo, Tano, gli si oppone con furore e malinconia, mentre il bastardo, Lupo, cerebrale e tormentato, è alla perenne ricerca di un padre che non lo ha voluto. Intorno a loro aleggia la presenza di donne inquietanti: la Stinca, amante insaziabile e sensuale; la "Canaria dottora", maga e fattucchiera; Semenza, la cieca. Romanzo di passioni violente, "Il bastardo di Mautàna" è scritto con una lingua vitale, ricca di invenzioni e di musicalità, conferendo un segno inconfondibile alla storia, pervasa da oscuro fatalismo, sensualità e feroce ironia.
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