Napoli fine Novecento. Politici, camorristi, imprenditori
Uno storico consigliere comunale a Napoli tra il 1987 e il 1993, decide di applicare all'osservatorio civico di cui è testimone diretto gli strumenti della sua professione. E si accorge che gli argomenti della sua indagine disciplinare - gli scandali di fine Ottocento e dei primi del Novecento - scoloriscono drammaticamente di fronte al degrado morale e alle forme abnormi della corruzione contemporanea. Barbagallo rimonta pazientemente una notevole massa documentaria e ne fa scaturire un quadro impressionante: degli oltre 50.000 miliardi erogati al Sud per la ricostruzione dopo il terremoto del 1980, la gran parte è stata dissipata in opere che poco o niente avevano a che fare con le aree terremotate, incrementando piuttosto il giro d'affari di imprese legate alla camorra o agli stessi potenti gruppi economici del Nord (dalla Fiat alle Cooperative), mentre i senzatetto risultavano ancora, alla fine del "decennio d'oro", il 15 per cento. Questo libro chiama in causa la gran parte del ceto politico napoletano, dai Gava agli Scotti, ai Cirino Pomicino e ai molti altri implicati, facendone emergere le responsabilità e mostrando con precisione di dettagli, come nessun altro libro aveva fatto finora, gli intrecci perversi e le illecite connivenze che hanno stravolto il profilo nobile del meridionalismo di un tempo in un sudismo accattone e deteriore.
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