Il capitalismo molecolare. La società al lavoro nel Nord Italia
Capitalismo molecolare vuol dire Nord Italia: 67,9 imprese per ogni 1000 abitanti, con una media di 4,9 addetti per impresa. Solo il 18,5% è costituito da imprese manifatturiere e, sul totale di queste, il 13,7% sono imprese di servizi alle imprese. Sfatando molti luoghi comuni l'indagine di Aldo Bonomi illustra, attraverso una documentazione statistica in gran parte inedita, come grande fabbrica e pubblica amministrazione occupino una parte ormai ridotta del "popolo dei produttori" del Nord. E quanto questo nuovo capitalismo abbia trasformato, in stretta connessione con le dinamiche della globalizzazione, la struttura sociale di intere aree del paese: fino a ridisegnare la fisionomia e le forme stesse del lavoro. Composto di situazioni difformi (Bonomi ne individua sette), il Nord è un'arcipelago di contraddizioni e conflitti fra territori e sistemi produttivi. Ci sono aree alpine e pedemomtane attivamente attraversate dalla globalizzazione mentre altre si caratterizzano come "zone tristi", escluse dalla modernizzazione. C'è il Nord padano, forte di risorse industriali e ambientali, e naturalmente l'area del sistema urbano-industriale (Milano, Torino, Genova), accomunata dal tentativo di ridefinirsi come 'company town' o metropoli del terziario. Un sistema, quello urbano-industriale, che si avvia a essere rappresentato, più che dai suoi occupati, dai suoi pensionati, prepensionati e cassintegrati.