Pipistrelli
Hermann Karnau è un ingegnere del suono che lavora alle dipendenze di Goebbels per la propaganda nazista. Esperto di microfoni e amplificatori, prepara le parate di regime che però - siamo nei primi mesi di guerra - sono già lugubri segni della sconfitta, con gruppi di mutilati e ragazzini al posto dell'esercito imperiale sui vari fronti. Il rapporto tra Karnau e i suoni, oltre all'aspetto professionale, ha un lato del tutto maniacale: Karnau, infatti, è un collezionista di voci. Dal brusio di una folla alle urla dei prigionieri torturati, mette insieme una raccolta di registrazioni che è una vera, inquietante enciclopedia del mondo. Non lo interessano tanto le voci che parlano, quanto quelle pre-linguistiche: la voce-suono, la voce-anima anteriore alla ragione. Karnau alimenta questo particolare collezionismo con ogni sorta di nefandezza e di atrocità: il gusto per la tecnologia non prevedono in lui limiti etici. Quando, nella primavera del '45, si rintana nel bunker di Hitler con i gerarchi e i loro familiari, divide le sue giornate registrando la voce sempre meno articolata, sempre meno umana del Fuhrer, e raccontando favole ai figli di Goebbels: diventa il confidente della piccola Helga, la primogenita, che pur essendogli affezionata percepisce, più dai silenzi che dalle parole, l'atmosfera sinistra della situazione e l'ambiguità di questo strano "zio". Non sa che anche lei, come i suoi cinque fratellini, è destinata a entrare nelle drammatiche testimonianze sonore di un mondo in rapidissimo disfacimento.Libro di grande impatto emotivo, in grado di scendere e far scendere in un gorgo di vera angoscia, il romanzo di questo giovane narratore tedesco è un sondaggio nell'estremo: estremo della storia, con la rappresentazione della follia nazista colta nell'epilogo della sua parabola; estremo della coscienza, con la descrizione metaforica dei suoi angoli più oscuri e insondabili che convivono con l'assoluta normalità. Le voci del libro sono l'anima di un [...]
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