Storia della letteratura brasiliana
Che cosa resta, in questo scorcio di millennio, del Brasile esotico, che ci affascinò nell'immediato dopoguerra? Che cosa resta della letteratura antropofagica brasiliana che deglutiva i valori dell'Europa per acquisirne freudianamente le virtù? Dove sono le storie della Rio-Corte imperiale di Machado de Assis? I romanzi esemplarmente populisti di Jorge Amado, l'avventura di parole nello spazio magico del sertao di Guimaraes Rosa, le epifanie lunari di Clarice Lispector? Al di là di ogni bipartizione fra una produzione letteraria nel Brasile Colonia e una fioritura autonomista nell'Ottocento dell' Indipendenza, si sostiene poi che la letteratura brasiliana è una sola dal 1500 a oggi. Che cosa significa allora per i lettori odierni la poesia fastosamente barocca di un Gregorio de Matos, l'oratoria di un padre Vieira, la letteratura di un'Arcadia differente, dove in luogo della bianca agnellina si distende ai piedi della pastora un corrusco jacaré? Si può parlare, nel villaggio globale di fine secolo, di uno stile brasiliano? Sono gli interrogativi ai quali, nel suo stile cattivante, nella sua pagina "scritta", ma anche con la sua solidissima impalcatura bibliografica e documentale, cerca di rispondere questo libro. Una storia della letteratura nella prospettiva dell'oggi, alla ricerca delle opere che, lungo un arco temporale di cinque secoli, si sono contemporanee.
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