Biglietto aperto
Siamo nel 1976: poco prima di ottenere l'abilitazione all'insegnamento, il trentenne Ole Reuter decide di gettare alle ortiche la carriera scolastica e di prendersi un mese di congedo da tutto e da tutti. Con un biglietto ferroviario aperto inizia a girare in lungo e in largo la Germania, affascinato dalla libertà conquistata, dai nomi dei luoghi, ma soprattutto dalle donne che incontra.Passano quattro anni: Ole Reuter è di nuovo sulla strada, di nuovo con un biglietto aperto, e di nuovo fissa nel diario le tappe del suo viaggio. La ragazza che - a intermittenze - è stata con lui al suo fianco, le esperienze professionali in ambito cinematografico lo fanno deluso. Inizia una nuova fase di ricerca a conclusione della quale Ole Reuter sembra raggiungere un suo precario equilibrio esistenziale, andando a vivere in un villaggio bavarese chiamato paradossalmente Oltremare. Mescolando, con una buona dose di ironia e autoironia, temi del Bildungsroman tedesco e della narrativa on the road americana, Sten Nadolny propone un quadro affettuoso di una crisi esistenziale seria ma non disperata: il suo protagonista acquieta la sua sete di avventure nella più profonda provincia tedesca, indicando una soluzione che sembra essere per certi versi uno specchio dei nostri tempi.
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