In culo al mondo
Una guerra. Una sporca guerra. La guerra coloniale in Africa voluta e condotta dalla dittatura salazarista dagli anni Sessanta fino al Settantaquattro contro i movimenti di liberazione della Guinea, del Mozambico e dell'Angola. E in questo romanzo proprio di Angola si parla, terra della fine del mondo dove un'intera generazione di portoghesi ha vissuto atroci esperienze, ha perduto le illusioni ma forse ha anche acquisito una coscienza politica e civile. Eppure è una ferita che a stento si rimargina, e forse per rimarginarla, o per elaborarne il lutto, un Io narrante che sul fronte di guerra ha vissuto quella terribile esperienza, la racconta in un disperato monologo-confesione a una donna conosciuta durante una notte di confidenza e di ubriachezza in un bar di Lisbona.Con questo romanzo Antonio Lobo Antunes ha conquistato una meritata notorietà non solo in Portogallo ma anche in numerosi Paesi europei, dove è considerato uno dei maggiori scrittori contemporanei. E la sua voce, a volte stridente, a volte nostalgica, a volte segnata da un espressionismo linguistico che riflette nella sua durezza la drammaticità dell'esperienza vissuta, si fa voce non solo di uno scrittore che si assume come testimone, ma anche di tutta una generazione che ha vissuto muta un momento doloroso della storia europea. E forse è proprio questo il messaggio del libro: quello di restituire un pezzo glorioso della storia d'Europa non in maniera diretta e cronachistica, ma con gli strumenti alti e sconcertanti, sublimi e insieme intrisi di sordidezza, di cui solo il linguaggio della vera letteratura è capace.
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