L'albero di Giuda
Le mosse teatrali di un figlio per uscire dalla soggezione in cui lo tiene il padre. L'entusiasmo di pensare "moderno", di sentirsi superiore ai modelli culturali arcaici della propria terra. E poi, però, l'inettitudine, la vigliaccheria, l'evidenza di comportarsi come il padre, di ritrovarsi a ragionare esattamente come lui (senza averne la meschina grandezza). Così il grande amore del giovane intellettuale siciliano per una bella spilungona friulana mima la tragedia, ma segue le piste del melodramma o addirittura dell'opera buffa, per ricolorarsi di angoscia con lo scorrere del tempo, quando la vita è ormai quasi tutta consumata nel vittimismo e nel rimpianto.Silvana Grasso passa dal trono tragico-grottesco dei libri precedenti al comico-grottesco di questo romanzo con esiti sorprendenti. La sua ricchezza stilistica trova modo di esprimersi e di coinvolgere il lettore anche nelle nuove cadenze, come se ironia e parodia fossero versanti potenziali sempre presenti nella sua scrittura. Diverse situazioni narrative del romanzo sono vere e proprie gag irresistibili: ma tutto questo divertimento (dell'autrice e del lettore) non fa perdere nulla alla densità poetica della lingua di Silvana Grasso, alla sua capacità di descrivere la forza e la sensualità della natura, la violenza dei rapporti umani, il decadimento fisico e mentale della vecchiaia, la solitudine come scelta e come destino.
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