Lo sciacallo
Daniele, avvocato di successo con passioni letterarie, è improvvisamente bersagliato da una raffica di telefonate minacciose, che gli rinfacciano un passato di colpe non specificate, finché un giorno viene trovato impiccato in casa propria. Il caso viene archiviato come suicidio, ma lo sciacallo continua a telefonare, coinvolgendo il figlio della vittima: suo padre, dice, non si è ucciso, è stato assassinato, ed è stato proprio lui ad ucciderlo. Il figlio non gli crede, ritiene di avere a che fare con un mitomane, ma in fondo spera che lo sciacallo dica la verità...Giuseppe Di Costanzo ha scritto un giallo metafisico che intreccia rivelazioni e reticenze, e scava nelle zone d'ombra e di ambiguità che ognuno si porta dietro: un romanzo di ossessioni, di enigmi, che aggiorna ai nostri anni le atmosfere kafkiane.Quella che ci viene proposta è una variante del tema del "doppio": Di Costanzo sembra dirci che accanto alle immagini multiple che forniamo di noi, o alla maschera che cerchiamo di costruirci, c'è sempre un terzo incomodo, forse inconsciamente desiderato, che ci guarda, ci studia, ed entra in gioco per costringerci a una difficile resa dei conti. Un provocatore che ha i tratti dello sciacallo, eppure ci è oscuramente necessario.
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