La cultura a Torino tra le due guerre

Che cos'è stata la Torino culturale tra le due guerre? Angelo d'Orsi, in uno studio di ampio respiro fondato su una vastissima documentazione, tenta di dare risposte non convenzionali, né iconoclastiche, all'interrogativo, passando in rassegna le discipline umanistiche e quelle scientifiche, la letteratura e le arti figurative, l'editoria, i giornali e le riviste, alla ricerca delle interconnessioni tra fatti culturali, eventi politici, situazioni strutturali.La cultura torinese è vista in relazione a quella regionale e nazionale, ma senza trascurare agganci con le realtà internazionali, che sovente costituiscono modelli ai quali letterati e artisti guardano con attenzione, spesso indipendentemente dalle collocazioni politiche. Il peso della politica, peraltro, e nella fattispecie del fascismo, viene attentamente considerato lungo l'intero arco temporale di un'indagine che mira a capire, fuori dagli schemi semplicistici (e sovente autogiustificatori) della memorialistica, ma lontano da qualsiasi tentazione "revisionistica". La tradizione positivistica e la razionalità che si ispira all'Illuminismo, scontri e incontri nell'accademia, la cultura produttivistica e la civiltà della fabbrica, il razionalismo e il futurismo, il mecenatismo e i dibattiti fra artisti e critici, la battaglia tra innovatori e tradizionalisti, il confronto tra provincialismo e apertura europea: davvero una storia ricca e piena di stimoli, quella della Torino fra le due guerre, una realtà in cui nascono innumerevoli iniziative culturali, delle quali ancora oggi sentiamo la presenza o l'eredità. Sfilano in queste pagine non soltanto i grandi nomi, ma anche personaggi meno noti, e altrettanto affascinanti, compresi naturalmente quanti per necessità, per opportunismo o convenzione hanno pagato pegni di varia entità al regime mussoliniano, magari contraddittoriamente veleggiando tra indipendenza e adesione, consenso e rifiuto.