Come la luna dietro le nuvole
Una donna entra in un negozio e chiede tre uova spiegandosi a gesti. Il venditore ne sceglie due, le incata, sorride. La donna insiste: mostra ancora la mano, tre dita aperte a ventaglio, due piegate. Il venditore si inchina, si scusa, e prende da un altro angolo due uova, sempre due uova, ma con il guscio più scuro. La donna esce dal negozio rassegnata, con il suo pacchetto di due uova.Cos'è accaduto? Il venditore ha contato le dita piegate e non quelle aperte. Perché? Ragiona forse con la logica di un mondo capovolto? In un certo senso sì, per noi occidentali: quell'uomo è giapponese, mentre la donna è un'europea. Due culture tanto lontane da essere forse inattingibili l'una all'altra. Eppure se un'europea, una gaijin - che in giapponese significa "straniera" ma anche "estranea", "diversa"-si avvicina al Giappone con umiltà d'intelletto, può capitarle in dono un piccolo prodigio: l'occasione di pensare diversamente. La voce narrante ci racconta proprio questo miracolo ordinario, attraverso una narrazione tesa e incaricata. In questo viaggio Carla Vasio ha una guida d'eccezione: Higuchi Ichiyo, scrittrice di fine Ottocento, figura memorabile per biografia e percorso letterario. Nell'arco di una vita brevissima - morì a soli 24 anni- realizzò un grande progetto: perfezionare uno stile che, senza abbandonare la raffinatezza della cultura tradizionale, descrivesse con verità e precisione la vita reale. Nei suoi scritti più maturi seppe calarsi nello squallore dei quartieri infimi di Tokyo e raccontarci le vicende di un'umanità segnata dal dolore, e prima ancora dall'impossibilità di scegliere.
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