L'angelo di Avrigue
Ci sono romanzi-paesaggi cosi come ci sono romanzi ritratto. Questo vive, pagina per pagina, ora per ora, della luce del paesaggio aspro e scosceso dell'entroterra ligure, nell'estremo suo lembo di Ponente, al confine con la Francia. La voce narrante è quella di un marinaio che non prova nessuna impazienza d'un nuovo imbarco (patisce il "mal del ferro", l'angoscia che la lamiera del cargo trasmette durante le lunghe traversate) ma anche se ama la sua terra più del mare, la gioa che ne trae gli sa sempre d'amaro. E' una voce grava e pausata, con una naturale proponsione per i toni lirici e sospesi; ma il suo vocabolario è ricco di parole vere e insolite e precise, che vengono dal linguaggio parlato a ridosso delle Alpi Marittime. Come seguendo una tacita morale libertaria, il protagonista si rifiuta di giudicare il modo in cui ogni individuo spende la propria vita; ma vorrebbe capire cos'è quella spinta di autodistruzione che si sente nell'aria; e i suoi andirvieni lo portano a indagare sulla morte misteriosa di un giovane.Quattro personaggi di donne, ognuna con una sua ossessione, incrociano i suoi passi, ma le solitidini sommandosi non s'annullano.Italo Calvino
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