Pony express
Un ragazzo che non trova un futuro va piano piano alla deriva, si barrica in casa in preda a manie depressive. Finché un giorno risponde a una telefonata. L'interlocutore lo chiama Delta I, gli parla di consegne urgenti, di strade piene di neve (è l'inverno '84-85, quello della grande nevicata a Milano), gli dice che gente come lui non può tirarsi indietro nei momenti difficili. Il fatto è che lui non è Delta I e non ha mai fatto il pony express. Ma non ha il tempo di spiegarsi e poi, in effetti, è incuriosito: la telefonata è l'occasione per uscire dall'abulia. Alla fine decide di tirar fuori il suo vecchio motorino e cercare di spacciarsi per Delta I. Il gioco sulle prime è divertente, apre tutto un mondo sociale e professionale non ancora raccontato da vicino: stakanovisti della consegna, infreddoliti immigrati africani, variopinto sottobosco giovanile. Ma è anche un gioco pericoloso, che si farà sempre più angosciante. Chi era il vero Delta I? Chi lo insegue e perché? Attraverso le pagine di un diario che passa di mano in mano, il romanzo diventa un colloquio cifrato e frammentario di due ragazzi in fuga, un delirio in cui le identità dei protagonisti si frantumano in una serie di incubi.
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