Clausewitz, il prussiano. La politica della guerra nell'equilibrio europeo
Clausewitz, il prussiano ricostruisce la biografia intellettuale, militare e polotica di Carl von Clausewitz (1780 - 1831), 'filosofo della guerra', il cui Vom Kriege (Della guerra) rimane l'analisi fonsamentale del fenomeno bellico moderno. Citatissimo è il suo assioma "la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi". Ma che cosa intende esattamente Clausewitz con "politica"? Chi è questo "classico della guerra classica"? Il libro ripropone il contesto storico - politico in cui agisce Clausewitz, analizza la sua vastissima produzione storica che comprende approfonditi studi politico - strategici delle campagne napoleoniche, ripercorre, anche attraverso l'epistolario, la sua vicenda personale di uomo e di soldato che ha combattuto per quasi vent'anni contro Napoleone: dalla catastrofe di Jena alla campagna di Russia, sino alla 'guerra di popolo' partigiana di cui Clausewitz è uno dei primi teorici. La sua carriera militare e l'analisi della politica si intrecciano attorno alla "sindrome prussiana", attorno cioè al progetto di fare della Prussia una potenza continentale, rispettosa dell'equilibrio delle potenze europee ma vigile nel combattere - se necessario anche con una guerra preventiva - ogni forza sovversiva dello status quo, innanzitutto la Francia. La grande riflessione teorica clausewitziana (primato della politica, tipologia della guerra, predilezione per la strategia di annientamento) si comprende soltanto in questo vasto quadro problematico, che ci riporta alle origini del prussianesimo. Non meno importante è l'eredità clausevitziana che si trasmette alla tradizione militare tedesca successiva, fino alle due guerre mondiali - eredità strategica ma anche etico - politica, a testimonianza delle abivalenze del prussianesimo.
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