A occhi bassi
"La pastorella Fàtima è involontaria portatrice di un arcano, di una speranza di salvezza collettiva, di riscatto: nelle linee della sua mano è incisa la mappa di un tesoro nascosto, sin dai tempi del bisnonno del suo bisnonno. [...] Emigrata a Parigi, la sua lotta è su due fronti: con la famiglia, con la comunità araba, con la memoria del villaggio lontano e con la nuova realtà straniera, metropolitana. "A occhi bassi" è il romanzo del distacco e della lontananza; il romanzo dell'emigrazione, dello sradicamento da una cultura, profonda, profonda, arcaica, religiosa, che mutila e separa, e il reinnesto in un'altra, laica, moderna, superficiale, che violenta, omologa o annienta ogni diversità." [Vincenzo Consolo]