La fabbrica del corpo. Libri e dissezione nel Rinascimento
L'aspetto che maggiormente caratterizza l'anatomia del Rinascimento è il lungo conflitto tra autorità testuale e verifica empirica. L'introduzione della dissezione nel novero delle pratiche didattiche universitarie nell'Europa occidentale durante la prima metà del XIV secolo non è stata infatti sufficiente a correggere, emendare e far riscrivere l'anatomia galenica che dominava la medicina europea e araba da oltre un millennio. Sono stati necessari ancora due secoli perchè Andrea Vesalio potesse riscrivere l'anatomia umana grazie ad un uso rinnovato dell'osservazione del corpo e nel corpo. Questo libro, grazie ad una vasta serie di fonti iconografiche, archivistiche e bibliografiche spesso inedite, propone una nuova lettura "archeologica" di tale ritardato mutamento d'episteme, abbandonando il terreno tradizionale della storia delle discipline scientifiche e privilegiando due piste che costantemente, dall'antichità classica al XVI secolo, si incrociano e si intrecciano: da una parte la storia dei cadaveri utilizzati per la dissezione, il loro profilo sociale e morale, la repulsione e il disagio generati dall'apertura della compagine corporea, le strategie comportamentali e istituzionali per aggirarli; dall'altra quello dello statuto dell'anatomia, un sapere epistemologicamente bloccato che, ancora per tutto il XVI secolo, non trova alcuno sbocco nelle pratiche terapeutiche, un sapere costretto in un solido paradigma millenario difficile da scrdinare, un sapere utile, paradossalmente, più ai filosofi che ai medici.
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