Mistero napoletano
Dopo una lunga assenza l'autore di questo libro ritorna a Napoli, spinto dall'ossessione di ricostruire un periodo cruciale della propria esistenza. Oggetto dell'indagine, scandita in forma di diario, è la vita di una donna, Francesca, giornalista dell'Unità, che ha il fascino romantico e la fragilità di chi vuol essere libero e sogna la redenzione del mondo. Rea ritrova i volti di allora, interroga i testimoni sopravvissuti, e recupera documenti e memorie sepolte da più di quarant'anni di silenzio. Ecco sfilare ad uno ad uno politici, giornalisti, burocrati, e contemporaneamente amici e colleghi di Francesca, alla ricerca di un'identità non facile in una Napoli lacerata dalla guerra fredda: da una parte la cappa di piombo di un Pci arroccato su posizioni staliniste, dall'altra l'intransigenza degli americani, veri padroni della città e del porto. Da storia privata l'indagine di Rea diventa a poco a poco storia collettiva di un'intera classe politica, di una generazione, delle sue speranze e dei suoi valori: i conti con un passato che non passa incombono su queste pagine come un macigno. Perché Francesca si uccise quel Venerdì Santo del 1961?
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