Fiabe popolari inglesi
Una singolare commistione regna nel mondo in cui queste fiabe hanno collocazione. La tradizionale separazione fra reale ed immaginario, vissuto e fantastico che presiede alla fiaba ed ai suoi luoghi smarrisce, racconto dopo racconto, i suoi criteri distintivi. Ci sono, ed è ovvio, folletti, streghe e fate, gnomi ed altre creature di magia. Incontriamo anche Cromwell e Bacone, banditi terrifici, folli e sciocchi del villagio, santi, draghi. E, ancora, spiriti. Ovviamente maligni. Fra i territori degli uni e le apparizioni degli altri i contorni sfumano, e in quella terra indefinita che non risce a far da confine si muovono esseri straordinari che imbastiscono avventure e situazioni eccezionali. Tanto particolari e fuori scala da richiedere una saggezza ed una forza d'animo, una capacità di invenzione di linguaggio ed un senso superiore dell'esperienza, del tutto inusitati. Siamo chiamati ad assistere a azioni che chiedono il massimo del coraggio, e dunque parola decisa, passo fermo, nessuno stupore o batticuore. Dobbiamo prender parte ad iniziative che mettono alla prova sottili accorgimenti, che, scopriremo poi, sono il risultato di un'estrosa saggezza maturata nel tempo e tramandata di padre in figlio. Se dovete difendervi dalle streghe e bombardarle in modo adeguato i proiettili migliori sono dei bottoni d'argento: è uno dei mille avvisi che corrono queste pagine affascinanti e labirintiche. Quando si incappa in una delle tante avventure sembra che tutto si richiuda su se stesso e che, senza le debite precauzioni, non vi siano ulteriori vie d'uscita. Basterà ricordare, allora, di non mangiar mai quando ci si inoltra nel regno delle fate, ovvero tenere ben presente come l'acqua dolce sia ostacolo che gli spiriti maligni non sanno superare, ed ecco che il cammino attraverso rischi e contrattempi tornerà ad aprirsi verso soluzioni positive. Soprattutto è saggezza, per gli eroi della foresta di questi racconti e fabulazioni, nel caso incontrino il proprio [...]
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