Il libro ritrovato
Nel 1942, in Polonia, l'ebreo Simha Guterman nasconde in una bottiglia lunghe strisce di carta su cui ha scritto in yiddish un romanzo che racconta la storia del suo popolo e della città di Plock tra il '39 e il '41.Dopo più di trent'anni la bottiglia viene ritovata. Questo libro è appunto la trascrizione del testo lasciatoci da Guterman. Lucido cronista di un mondo allucinante, l'autore rivela le violenze, le torture, la paura che attanagliavano i suoi familiari e pure i privilegi, i compromessi e le divisioni all'interno della comunità.Un racconto senza compiacenze, vibrante di rivolta contro i carnefici, ma anche capace di denunciare le ingiustizie commesse dalle vittime. E che sovverte il luogo comune secondo cui gli ebrei si consegnarono senza combattere il nemico, come dimostra la stessa vicenda di Guterman, la sua voglia di resistere prima con la scrittura poi con le armi. Unico nel suo genere, questo libro si configura come un romanzo in presa diretta, un romanzo vero in cui l'attenzione ai fatti accaduti trova riscontro in una pagina calibrata, retta da una scrittura trasparente ed essenziale - si potrebbe dire necessaria.Al racconto di Guterman si aggiunge la storia di suo figlio Yakov, eco di una memoria che rifiuta il naufragio della speranza nell'odio e nella guerra tra Israele e la Palestina.
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