Motor city

Motor city

1954: Detroit è ancora la città dell'automobile e l'America è ancora il grande bastione in difesa della libertà. Eisenhower e sua moglie appaiono per la prima volta a colori in televisione, e tutti possono mangiare e bere e fumAre quanto vogliono senza dover chiedere scusa o sentirsi in colpa, purché cambino abbastanza spesso l'automobile. Alla General Motors, divisione Buick, la parola d'ordine è battere la Ford Plymouth. Appena escono gli ultimi modelli, però, gli uomini della Buick si accorgono che qualcuno deve aver venduto i progetti alla concorrenza: i paraurti delle due macchine si assomigliano come gocce d'acqua.Romanzo di spionaggio industriale, di tradimenti, di matrimoni falliti e salvati e di grandiosi progetti commerciali, Motor City è anche un divertito esperimento di commissione tra realtà storica e invenzione romanzesca. Qui ci succede di incontrare Marilyn Monroe in procinto di sposare il campione di baseball Joe Di Maggio, i primi beatnik Jack Kerouac e Neal Cassidy sul piede di partenza del loro On the road, e poi i jazzisti Ornette Coleman e Miles Davis, il mito del rock Elvis Presley, l'inventore dei fast-food Ray Kroc, e un indimenticabile Vladimir Nabokov, mentre scrive il suo capolavoro Lolita seduto sul sedile posteriore di una vecchia auto posteggiata in giardino: tutti si muovono in queste pagine con la grazia un pò stralunata dei personaggi dei cartoons.Disoccupazione inesistente, inflazione bassa, benessere crescente; il Vietnam nessuno sa ancora dove sia. E' l'età d'oro degli Stati Uniti d'America. E Morris sceglie il registro più mimetico per raccontarla: una via di mezzo tra il fumetto e il rock'n'roll.
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