Il libro del cortegiano

Il libro del cortegiano

Pubblicato a ridosso del sacco di Roma, nel 1528, pochi mesi prima della morte del suo autore, e accompagnato subito da un immenso successo, Il libro del Cortegiano si presenta come una complessa architettura retorica, fitta di citazioni nascoste derivate dalla lettura di Cicerone, Quintiliano, Plutarco, Senofonte, Orazio, Lucrezio, Aulo Gellio, Platone ed Aristotele. In apparenza intento a delineare la figura del perfetto uomo di corte, ambientato nella Urbino dei primi del Cinquecento, Il Cortegiano affronta in realtà i temi caldi di quegli anni: la crisi italiana nel contesto europeo, la dubbia moralità degli uomini di governo, l'assenza di un principe italiano, la centralità della Roma pontificia, un ideale di equilibrio e di misura che è già una memoria del tempo perduto. Il libro che avrebbe indotto la maggior parte dei lettori a riconoscervi l'idealizzazione del perfetto gentiluomo, il recupero del platonismo e la migliore eleganza letteraria dell'umanesimo italiano, è dunque intaccato alla radice dai problemi di un'epoca percorsa da cruciali dilemmi e lacerazioni. L'introduzione e il commento di questa edizione riportano il grande classico alla sua filigrana politica ed esistenziale, riproponendone, al di là del "genere" letterario, le valenze politiche originarie e fornendo al lettore le chiavi per comprenderlo e apprezzarlo nella sua dimensione più peculiare e innovativa.
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