In controtempo
"Pietà, parole, errori | che al tatto suonano | come filamenti di colori'. Enrico Testa ha la capacità di plasmare mescolanze di sentimenti in mescolanze di sensazioni. E viceversa. In questo gioco metamorfico capita che le "maree della paura" o la "puntura dell'ansia" si sciolgano in lievi ritmi di madrigale. O che la tensione conoscitiva di un mottetto montaliano si risolva in ironia caproniana. La grande tradizione ligure viene interrogata, inseguita, ma come una traccia che conduce altrove, verso quanto si anfratta tra i percorsi noti e quelli ignoti. Con un tono timido, paziente, Testa cerca sempre qualcosa che anticipi o ritardi appena la cadenza attesa. Quel tanto che basta a suggerire un attimo di vuoto in chi legge. Una piccola vertigine che talvolta l'autore "guarisce" con un verso successivo, rassicurante, ma non sempre.
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