Dei e vampiri
A quasi vent'anni dal suo primo soggiorno presso gli Indios della Bolivia, l'antropologo francese Nathan Wachtel ritorna a Chipaya, piccolo villaggio alle pendici della Cordigliera delle Ande. L'intrusione della modernità ha disgregato gli antichi culti pagani, progressivamente soppiantati dal cristianesimo e dalla musica rock, riattivando al contempo, tra le pieghe di una comunità lacerata e incerta, remote credenze in un universo minaccioso di dèmoni e vampiri, magari strasformati in agenti degli odiati gringos nordamericani. Al centro di un groviglio di drammi individuali e collettivi, l'etmologo, testimone privilegiato delle più recondite trame emotive, si sorprende infine metaforicamente "vampiro" tra i "vampiri". Ai confini di un mondo in via di estinzione Wachtel evoca i suoi Tristi Tropici interrogandosi sulle ambiguità e sul senso del mestiere di etmologo, che vede svanire il campo stesso delle proprie ricerche nella nebbia indistinta della cultura internazionale di massa.
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