L'Europa verso l'unione monetaria. Dallo Sme al trattato di Maastricht
La parte di Europa che ha sottoscritto il Trattato di Maastricht cessò di avere un'unione monetaria istituzionalizzata quando, verso il VII secolo, i re barbarici cominciarono a imprimere sulle monete la propria effige in luogo di quella dell'imperatore.Negli anni Ottanta ha operato in modo cogente e positivo, imponendosi a chi doveva decidere, una logica di fondo: essa si esprime con la proposizione che libertà commerciale, piena mobilità dei capitali, cambi fissi e autonomia delle politiche monetarie nazionali non possono a lungo coesistere. Dalla contraddizione si esce trasformando il quarto termine in unione monetaria oppure erodendo, in varia misura, i primi tre termini. Questa proposizione costituisce il principale leitmotiv degli scritti del libro.La banconota, unico prodotto industriale che va nelle mani di tutti, che ognuno accetta da uno sconosciuto con la semplice verifica di uno sguardo, simboleggia più di ogni altra cosa il potere dello Stato. Molto più dell'economista e dello stesso banchiere centrale, l'uomo politico e il cittadino avvertono che non avrebbe senso unificare la moneta in Europa se non ci si collocasse nella prospettiva di un'unione politica. La presa di coscienza di tutto ciò si sta compiendo ora. Gli scritti raccolti in questo volume (corredati di una cronologia e dei testi ufficiali sull'Unione economica e monetaria) sono gli studi e gli interventi compiuti dall'autore in un arco di dieci anni di intensa partecipazione alle vicende monetarie della Comunità. Essi costituiscono un'insostituibile guida per comprendere il processo - economico, politico, diplomatico - che ha condotto alla firma del Trattato di Maastricht.
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