Traslochi
Un trasloco è sempre in bilico tra il rischio di ricostruire l'ambiente appena lasciato, annullando ogni cambiamento, e quello, inverso, di perdere la direzione, l'orizzonte dei pensieri, le coordinate degli affetti. Al centro di continui traslochi, Claudio, il protagonista di questo nuovo libro di Andrea Canobbio, è afflitto dalla nostalgia: forse, soprattutto, nostalgia di abitudini che non può più coltivare. Alla ricerca di valori fissi almeno quanto l'alternarsi delle stagioni e la doppia elica del Dna, Claudio tende a replicare comportamenti ed esperienze che possano dargli un sentimento di stabilità. Ma sono quasi sempre esperienze fallimentari e comportamenti maldestri, con cui si aggrappa senza successo alle cose che intorno subiscono infinite metamorfosi. Solo un nome, ogni volta, resiste ai suoi traslochi: Amalia. Quella che viene qui proposta è una riflessione semiseria sui viaggi e sulla voglia di mettere radici, sulle certezze e sulla voglia di farne a meno, sulle metafore che affollano i discorsi e sulla voglia che le parole siano più vicine alle cose, sulla differenza che passa tra abitare in un luogo e frequentarne molti, sul desiderio, impossibile, di raccontare con la stessa naturalezza con cui si respira.
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