Arboreto salvatico
Con "Arboreto selvatico" Rigoni Stern fa un appassionato omaggio a quello che Gadda chiamava "il popolo degli alberi", un popolo antico, dignitoso, saggio. L'affetto di Rigoni Stern per gli alberi è come quello portato a un fratello maggiore, un fratello che si riconosce sostanzialmente migliore. E come fratelli maggiori gli alberi hanno sempre aiutato gli uomini, ne hanno reso possibile la vita e favorito l'affinarsi delle civiltà. Per contro gli uomini spesso li umiliano, li feriscono o li distruggono, soprattutto per stupidità e per ignoranza. Rigoni Stern sceglie venti alberi a lui particolarmente cari e li descrive, ne dà le necessarie caratteristiche botaniche e ambientali, ne illustra la storia e le ricchezze, ne spiega gli influssi che hanno avuto nella cultura popolare e nella letteratura, e naturalmente anima il tutto con le proprie esperienze di uomo di montagna, i ricordi, la sua sensibilità di scrittore di razza. Come una scienziato Rigoni Stern ci racconta i meccanismi logici di queste straordinarie forme di vita; come uno psicologo ci svela l'"anima" del salice, del frassino, della quercia, della betulla e degli altri "amici" a cui dedica le sue pagine; come amante degli alberi ci trasmette il suo amore per tutti loro.
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