L'asino d'oro
Libro di grandi traduttori, da Boiardo a Firenzuola, ed esso stesso a suo modo una traduzione, L'asino d'oro di Apuleio approda nel '28 fra le mani di un romanziere inquieto e quasi altrettanto bizzarro del suo autore, con gusto per la traduzione, un gioco anch'essa di trasformazione e d'illusionismo.Un documento importante, e senz'altro riuscito nell'insieme, del gusto bontempelliano e della sua inclinazione piuttosto verso l'estetismo autonomo della classicità che non verso gli psicologismi e gli spiritualismi successivi. Dalla Nota di Carlo Carena
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