I giorni dei Turbin
Siamo a Kiev, in Ucraina, negli anni 1918-19. La città è dominata dai tedeschi, dall'etmano Skoropadskij, - capo dello Stato e dell'esercito -, da Petljura alla guida dei nazionalisti ucraini. Con il 1919 sarà occupata dai bolscevichi. La vita antica della città è in sfacelo: rovina nel caos della guerra civile un mondo ormai senza futuro che Bulgakov rappresenta attraverso le vicende di una famiglia di intellettuali appartenenti alla nobiltà, i Turbin.La pièce, scritta nel 1925 come rielaborazione teatrale del coevo romanzo "La guardia bianca", fu attaccata duramente dalla critica che vi lesse subito un'apologia e non una condanna dei "bianchi". L'opera nondimeno piacque a Stalin che presenziò a ben quindici repliche e vide in ultima analisi nel dramma "una dimostrazione della forza travolgente del bolscevismo". In effetti quello dei Turbin, - travolti dagli incomprensibili eventi che la storia scatena - è un mondo che ambiguamente ci appare ora di colpevoli, ora di vittime: Bulgakov lo contempla dall'alto, consapevole che nelle umane vicende gli individui sono sempre e comunque chiamati a rispondere delle loro scelte.
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