Allegorie della lettura
Paul de Man, figura controversa, lettore di Heidegger e dell'ermeneutica contemporanea, esamina testi di Rosseau, Nietzsche, Rilke e Proust, per elaborare la sua teoria della lettura come "intreccio di linguaggio cognitivo e performativo". Partendo da una definizione storica della problematica della lettura, con un'attenzione particolare al Romanticismo, De Man approda a una teoria della retorica che oltrepassa i principi canonici della storia letteraria. "Il paradigma di ogni testo consiste in una figura (o un sistema di figure) e nella sua decostruzione. Ma non potendo questo modello essere chiuso da una lettura definitiva, esso genera, a sua volta, una sovrapposizione gigurale supplementare la quale racconta l'illegibilità del racconto precedente". Sono questi racconti di secondo (o terzo) grado quelli che De Man chiama allegorie, le allegorie della lettura che "raccontano la storia del fallimento della lettura stessa". Alla decostruzione seguirà l'inevitabile ricostruzione, dato che "l'esigenza del senso e quella della sua decostruzione non possono mai elidersi l'una con l'altra". Gli esempi scelti sono significativi: da Proust a Rilke, si tratta di autori il cui pathos e la cui profondità di enunciato rendono particolarmente difficile una lettura non canonica; quindi - arguisce l'autore -, se il nuovo modello di lettura riesce ad essere applicato a loro, a maggior ragione può aspirare a una validità universale.
Momentaneamente non ordinabile