Pellegrina e straniera
Questa raccolta di saggi, alcuni inediti, altri apparsi su riviste ormai introvabili, testimonia la multiforme varietà di interessi e suggestioni coltivati da Marguerite Yourcenar. Scritti in periodi e luoghi diversi, lungo un arco di tempo compreso tra il 1934 e il 1987, toccano argomenti eterogenei: viaggi, quadri, libri e ricordi. Ma sia che trattino della mitologia greca o di un'opera d Rembrandt, dell'Isola dei morti di Bocklin come del giovane Mozart, essi risultano interamente pervasi dalla devozione del pellegrino e dalla curiosità dello straniero. "Pittori o poeti - scrive l'autrice delle "Memorie di Adriano" - hanno tutti bisogno di un grande paese, quello dei loro sogni. I loro poemi e i loro quadri sono le relazioni di viaggio, i disegni, gli schizzi degli esploratori". Anche la Yourcenar viaggia per il gran paese dei quadri, dei libri e delle leggende muovendosi attraverso i tempi, riannodando i fili della memoria collettiva. L'arte, la letteratura, le città (mirabile la descrzione dei mosaici di Ravenna) sono visitate da una sensibilità che cancella le differenze del tempo e la distanza dei segni. Gli déi e gli eroi della Grecia possono convivere col presente dei villaggi dell'Eubea; i tavolini d'un caffè all'ombra dei platani con Orfeo eleusino; le tragiche punizioni di Apollo con le tenerezze amorose di Gobineau in un'Atene del secondo Ottocento. Così gli antichi diventano, in queste pagine, nostri contemporanei e il passato vi irrompe come un oracolo vivente. Poussin, Rembrandt e Duerer si affiancano a scrittori del Novecento, andando a comporre una sorta di sontuoso museo interiore, in cui risaltano le virtù della tecnica e l'inestinguibile potere della rivelazione artistica. Le pagine dedicate a Henry James, come a Wilde e a Virginia Woolf, a Collois e a Borges, non sono, quindi solo ritratti memorabili, ma veri e propri omaggi alla divinazione letteraria, alla sua capacità di tenere desti gli enigmi della vita in ogni tempo e in ogni luogo.
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