Concerto barocco
L'opera e la vita di Alejo Carpentier sono attraversate da un'attenzione costante e diffusa per la musica. I saggi che ne fanno tema d'indagine - come La musica en Cuba e Ese musico que llevo dentro - sono contrappunto teorico a un'arte del narrare che attraverso le forme musicali tenta di leggere quelle del mondo. Ne sono esempio sintetico ma essenziale quasi tutti i racconti qui riuniti, scritti in momenti diversi e fra loro lontani - da I fuggiaschi, del 1946 a Concerto barocco, del 1974 -, ma concentrati intorno a un unico sentimento dell'accadere. Giochi di tempo e tempi in movimento, musica e narrazione si imprestano non tanto temi e motivi, quanto visioni possibili degli uomini e delle cose, magari sconvolgendo l'ordine consueto degli eventi e svelandone così il segreto: sia che si tratti di una fantastica jam session veneziana dove suonano insieme Scarlatti, Vivaldi, Haendel e Louis Armstrong, o del concerto-rifugio che replica e scandisce gli ultimi giorni di un "braccato", oppure del latino di chiesa che, nelle stanze di un'ambasciata-alcova, si spegne sulle note alte di una tromba. E mentre la musica dà il tempo al racconto, la storia affronta, con humour e senza retorica, i temi profondi dell'America Latina, dove - come ha notato una volta Alejo Carpentier - "il favoloso che è nel futuro" convive con immagini ed esperienze che sembrano sorgere dai tempi oscuri della preistoria. (Angelo Morino)
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