Teatro. Tango-Emigranti-Il gobbo-Il ritratto
Nel giugno 1990 Cracovia tributava a Slawomir Mrozek, per i suoi sessant'anni, onori che in genere si concedono solo ai classici indiscussi. In Italia il suo nome rimane legato soprattutto ai primi lavori, da La polizia agli atti unici come In alto mare, che gli valsero negli scorsi decenni la fama di alfiere, con il connazionale Rozewicz ed il ceco Havel, di una corrente centro-europea del "teatro dell'assurdo". In questi quattro testi teatrali Mrozek, ormai padrone di uno stile proprio, documenta il percorso che va dalla svolta di Tango, prima piéce di durata "normale", al Ritratto dove verso la metà degli anni '80 viene evocato il fantasma di Stalin, alla cui feroce derisione è dedicata larga parte dell'opera dello scrittore. Un Mrozek ormai non più "assurdo", che solo a tratti indulge al grottesco, e che attraverso sorprendenti richiami a Gor'kij (Emigranti) e a Cechov (Il gobbo) riesce a far risuonare nel dialogo dei suoi personaggi le tensioni della società contemporanea.
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