Donna Rosita nubile
"Ogni atto dell'opera - disse Federico Garcìa Lorca - si svolge in un'epoca diversa. Il primo, negli anni inamidati del milleottocentottantacinque. Guardinfante a gonfiare le gonne, acconciature complicatissime, lane e sete, ombrellini di mille colori... Donna Rosita ha vent'anni. Tutta la speranza del mondo sembra essere in lei. Il secondo atto si svolge nel millenovecento. Vitini di vespa, gonne a campanula. Esposizione universale di Parigi, modernismo, prima automobili... Donna Rosita è nella piena maturità della sua carne. A voler esagerare, si potrebbe dire che una punta di appassimento si affaccia al suo fascino. Terzo atto: millenovecentoundici. Gonna entravée, aereoplano. Ancora un passo, poi la guerra. Si direbbe che lo sconvolgimento che di lì apoco dilanierà il mondo si presenta e si respira già nelle anime e nelle cose. Donna Rosita è molto prossima al mezzo secolo. Seni cadenti, fianchi ingrossati, gli occhi hanno come uno sfolgorìo lontano, di cenere la bocca e le trecce che lei si acconcia senza più impegno ne grazia". Sulla scena, si rappresenta l'attesa. Della visita del postino, delle "Manolas", delle signorine Ayola e delle zitelle, dei pretendenti alla mano giù inutilmente impegnata di Rosita. Si rappresenta lo sfogliarsi della rosa. Dona Rosita è in ordine di tempo l'ultima elaborazione della più tipica tra le metafore barocche:"Sei nata ieri e morirai domani". Dalla Nota introduttiva di Pier Luigi Crovetto
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