Il primo cielo
Incontri mancati e incontri imprevisti, ricordi sfumati nel tempo. "Il primo cielo" racconta storie parallele che mai troveranno un punto di sutura, oppure percorsi che si avvicinano progressivamente sino a incrociarsi in uno spazio lontano. I due protagonisti, fratello e sorella, che si alternano come voci narranti, vivono piccole e grandi fughe nelle zone dell'attesa, in cui cercheranno, come un oggetto misterioso e forse imprevedibile, una loro unità interiore, una ragione di vita. I loro destini, quando sembrano farsi più chiari, imboccano una via che li porterà verso luoghi impensati. Un romanzo, dunque, di divagazioni sentimentali e mentali, in cui lo sfumare di una voce nell'altra crea uno slittamento continuo: cosicché i personaggi che vi compaiono vivono di luce riflessa proiettando l'uno nell'altro turbamenti e malesseri. Le loro intimità si configurano come sottrazioni e salti di memoria, quasi che l'esistenza non fosse possibile se non nel dimenticare.Grazie a una costruzione a due voci e a un ritmo in crescendo, il lettore si troverà immerso in un'atmosfera di presenze che sfuggono e di assenze che disorientano e il sentimento di nostalgia che pervade ogni figura del romanzo ne è forse il tema dominante. Le lunghe peregrinazioni di Marco nel cammino che lo vorrebbero portare verso sua sorella, l'allucinato viaggio di Anna in un passato colmo di timori e di risentimenti, il vagabondaggio di Nico, fuggito di casa alla ricerca di una libertà ingenuamente intravista: da queste esperienze di sofferenza e di fuga i protagonisti, sorvolato il "primo cielo" della dimenticanza, troveranno forse la loro storia e una possibilità di comunicazione che sembrava smarrita.
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