Il grande viaggio
"Il grande viaggio" è quello che conduce il protagonista, Manuel - giovane spagnolo unitosi ai "maquisards" -, dalla Francia alla Germania, dalla prigione di Auxerre al campo di ocncentramento di Buchenwald. viaggio scandito da sei lunghe notti trascorse in un vagone merci, in cui Manuel è rinchiuso con un centinaio di altri deportati. Ma al tempo stesso viaggio di un uomo, sul filo di una memoria instancabile e avida, lungo l'infanzia, l'adolescenza, la prigionia, la liberazione, e infine il ritorno in Francia. Attraverso il rapido calarsi in un passato ormai remoto e gli scatti inattesi verso un futuro che è anch'esso già trascorso, la memoria di Manuel ricompone da un'apparente discontinuità logica e temporale le proprie esperienze: le letture e le discussioni della giovinezza a Parigi, le sortite e le rappresaglie della lotta partigiana, le atrocità naziste, epoi il difficile reinserimento nella vita sociale, la ragione di una ricerca di quanto è avvenuto. Tutto parte e ritorna a quel centro ideale e reale del romanzo che è il vagone dei deportati in viaggio attraverso la pianura francese e poi tedesca, paralizzate dal gelo invernale. Il risultato è un'appassionante autobiografia, scandita su un ritmo narrativo sempre teso e vigile, rivissuta con intensità. I monologhi disperati dei prigionieri chiusi nel vagone, i loro scoppi d'ira o di pianto, nell'oscurità muta di quella prigione viaggiante, le notti insonni al campo, il massacro dei bambini ebrei e degli ufficiali sovietici, trovano in Semprun un cronista tanto più commosso ed efficace quanto più distaccata e impietosa si fa la sua prosa, quanto più scarno e conciso si fa il suo lessico.
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