Settecento riformatore. 5.La Repubblica di Venezia

"Luci di un lungo, secolare tramonto e nuovo chiarore dell'alba settecentesca si sovrappongono e confondono negli ultimi decenni della Repubblica veneziana. Tradizione bizantina, splendore rinascimentale rendono complesso e incerto il cammino dei moderni lumi dell'Italia adriatica. Lungo tutto l'ampio arco che da Bergamo e Brescia, attraverso la Dalmazia, giunge alle isole ionie e a Cefalonia, e soprattutto nel centro e fulcro di questo arco, nella Dominante veneziana, un appassionato dialogo di secoli viene svolgendosi nella seconda metà del Settecento tra una sempre rinnovata coscienza storica e la difficile, attiva penetrazione in quelle terre della moderna volontà di ragione e di riforma. L'illuminismo veneto nasce e vive sullo sfondo del ricordo sempre riemergente di avvenimenti e leggende dei lunghi secoli trascorsi. Il nome di Attila risuona ancora nell'aula del Maggior Consiglio. Il carattere originario della Repubblica sta al centro del dibattito sui fondamenti stessi, sulla costituzione e struttura dell'aristocrazia che regge lo stato marciano. E quando la rivoluzione giunge sulla laguna, essa sarà interpretata e voluta come un ritorno a un passato lontano e mai dimenticato.La riflessione storiografica è dunque l'indispensabile punto di partenza di questa ricerca sull'età dei lumi a Venezia. Con Marco Foscarini e con la "correzione" del 1761-62 assistiamo alla penetrazione nelle case patrizie, accanto al ricorrente ricordo di Contarini e di Giannotti, del moderno pensiero dell'Esprit des loix di Montesquieu. Con Laugier, pochi anni più tardi, Venezia si aprirà alla curiosità di un francese amico di Diderot, mentre verrà approfondendosi la riaffermazione tradizionalista di Vettor Sandi. La cultura storica andrà poi allargandosi a Venezia, rifacendosi a Vico e a Robertson e diventando, decennio dopo decennio, un elemento sempre più costitutivo, indispensabile, della coscienza che il patriziato veneziano andava formandosi della propria funzione e natura".