Il silenzio dell'acqua sotto il ghiaccio
Alcune voci interiori si insinuano qua e là, nelle pagine di questo romanzo in forma di versi sciolti, perseguitando Lukas, il protagonista. Egli le teme, quasi fossero poliziotti che indagano su un delitto, oppure osservatori curiosi e beffardi che lo costringono a scavare nel suo animo. Ma Lukas rifugge da ogni approfondimento. Eppure, "nulla gli incuteva maggior timore del silenzio dell'acqua sotto il ghiaccio": curioso sentimento - se trasferiamo questa immagine naturale all'universo psichico - per chi vorrebbe tuffarsi nella corrente della vita, abbandonarsi all'estro del momento, all'immediatezza, possedere il mondo attraverso i sensi, fermarsi alla superfice delle cose. Sensibile ai minimi dettagli, odori, colori, rumori, Lukas osserva in continuazione oggetti, gesti, comportamenti che finiscono per opprimerlo. Inquieto alla ricerca di un nuovo senso della vita, il protagonista gira a vuoto intorno a se stesso, in attesa che la redenzione venga dall'esterno, dall'amore che tutto dovrebbe trasformare. Lukas fugge dalla moglie Livia per inseguire un'introvabile amante - anche lei una fuggitiva per vocazione - incontra la prostituta Gianna, sosia o alter ego di Johanna, e trascorre con lei una notte d'amore liberatoria. Infine "con quella mancanza di forze che ci rende pronti a tutto, anche a un abbraccio", ritorna a casa. La sua fuga è un intreccio inestricabile di realtà, ricordi, sogni e visioni che ci portano continuamente in luoghi e tempi diversi: tra coste assolate e pioggie scroscianti, tra il presente e numerosi livelli del passato, con uno sconcertante effetto di disorientamento. Un'umanità oscena e grottesca che fa da contrappunto a poetiche creature naturali, ai grigio-azzurri colombi di cui brulica una piazza fino a sembrare un lago, ai rondoni che intrecciano voli augurali nel cielo, creature predilette da Lukas, con le quali egli tenta a volte di identificarsi anche fisicamente, imitandone i movimenti.
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