Italia magica
Questa straordinaria antologia di racconti italiani all'insegna della "sensibilità magica in letteratura" apparve a Parigi, in lingua francese, nel 1946. Con essa, Gianfranco Contini intendeva offrire ai lettori d'oltralpe una immagine diversa e sorprendente della nostra letteratura, con un gesto critico che era insieme una proposta precisa e sottile, e un'apertura di credito per la letteratura recente.Un'idea e una scelta nate in Svizzere, durante la guerra: l'apertura di dialogo che Contini proponeva si tingeva dalla speranza che in Europa fosse possibile costruire una vera civiltà culturale, attraverso uno scambio di testi e di invenzioni. La proposta di Contini continua ad essere sorprendente per la scelta e la messa a punto dei testi, che accostano Zavattini a Bontempelli, Moravia a Baldini, Morovich a Landolfi, a Lisi e a Palazzeschi. Vicende editoriali e dimenticanze culturali hanno tenuta nascosta sino ad oggi questa occasione di lettura e di riflessione, che possiamo ora avvicinare in tutta la sua intelligenza e densità.Per Contini, l'eccezionale non è patrimonio dei soli surreali, ché anzi essi hanno preferito "scaricare l'intelletto con procedure essenzialmente intellettuali". Gli scrittori italiani ospitati nall'antologia hanno scelto un'altra strada, quella di "isolare l'eccezione con i filtri dell'ironia". L'ironica deformazione della realtà ha lontane radici nei burchielleschi e nei narratori burleschi tra Quattro e Cinquecento: da quella tradizione nascono un magico senza magia e un surreale senza surrealismo che assicurano a queste pagine un sapore inconfondibile.
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