Pentesilea

Pentesilea

Esclusa dalle scene tedesche sino al 1876, questa tragedia racchiude - come scrive Kleist nel 1807 alla cugina Marie - "tutta la sozzura e a un tempo lo splendore dell'anima mia". Riverbero mitico di questo dissidio interiore è Pentesilea, amazzone che avanza da un orizzonte esotico - la Scizia - e che, sullo sfondo di un paesaggio primordiale, ribalta l'immagine tramandataci dalla tradizione. Nel dramma di Kleist, infatti, Pentesilea non è più l'eroina ferita a morte da Achille che, nel vederla spirare, si innamora di lei, bensì la guerriera che, pur amando ricambiata l'eroe greco, lo sbranerà in un accesso di furore erotico e d'annientamento. In questa esaltazione dei diritti della passione, in questo irrompere dei sensi e della follia, l'amazzone campeggia come personaggio moderno per la sua instabilità fra amore e odio. Al radioso mondo greco, caro al classicismo tedesco, Kleist oppone la forza primigenia e anarchica dell'istinto.
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