Tragedie
L'"Edipo re", che si edifica in un meraviglioso ed unico mondo, quasi nel vuoto: basandosi senza vacillare sulle vicende di tutte le umane certezze e di quell'unica che tutte le accoglie: la fede nel valore della vita. L'"Edipo a Colono": un Edipo "eroe", fermo dinanzi alla "soglia di bronzo" dell'Attica ospitale. Un padre cieco sorretto da una figlia giovinetta che gli è anche sorella. Ma questa realtà non è più violenza esterna, è già l'abito di una lunga intimità col dolore. "Antigone", la libera coscienza che parla alla tirannide schiava di sé. E vince, con la sua dialettica, il tiranno che la uccide. "Elettra che, come Antigone, rimarrà sola, in un dramma su cui incombe il senso dell'abbandono affranto. Le "Trachinie", il racconto mitologico della morte di Eracle, dell'inconciliabilità della sua vita con quella della sposa Deianira. "Filottete, il malato che soffre fino allo spasimo, abbandonato dai compagni a Lemno. La storia di un rapporto fra l'uomo e l'isola, fra l'uomo e il mare, fra l'uomo e l'antro. "Aiace", in un altro scenario marino il torbido isolamento del folle nella stretta del suo male. Uno stato intermedio tra sonno e veglia, tra lucidità e follia, tra conscio e inconscio.Giuseppina Lombardo Radice presenta in questa sua traduzione, nata da una lunga obbedienza al testo e da una scelta antiaulica, le sette targedie rimasteci di Sofocle, non seguendo la cronologia della composizione, ma l'ordine degli argomenti, consentendo però una più facile lettura continua.
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