Il lago
Momoi Ginpei, ex insegnante tormentato dalle proprie insicurezze e afflitto per la bruttezza dei suoi piedi, è fortemente attratto dalla bellezza femminile. Al punto che comincia a seguire le donne di cui si invaghisce: un'ossessione per il bello che lo condurrà a una vera e propria «ribellione contro se stesso». Nel suo breve romanzo, inizialmente pubblicato a puntate nel 1954, Kawabata esplora le impalpabili sfumature dell'animo umano e la complessità delle relazioni interpersonali, alternando il presente di un mondo reale – quello di un Giappone postbellico – con i ricordi del passato di Ginpei. La trama si snoda lungo una sottile linea tra il conscio e l'inconscio in cui le visioni enigmatiche del protagonista – sottolinea Kakuta Mitsuyo nella postfazione – «non sorgono dai suoi pensieri consci, ma sono qualcosa di cui lui stesso non riesce a comprendere l'origine, che si manifesta viscido dal suo io più profondo».