La chiave dell'immortalità. Le radici psichedeliche della cultura occidentale

La chiave dell'immortalità. Le radici psichedeliche della cultura occidentale

Uno dei maggiori storici delle religioni del XX secolo, Huston Smith, una volta lo definì il «segreto meglio custodito» della storia: gli antichi Greci usavano sostanze psicotrope per connettersi con la divinità? E hanno trasmesso questa usanza anche ai primi cristiani? C’è forse una profonda conoscenza di erbe, piante e funghi allucinogeni che risale all’età della pietra e permea da allora le esperienze religiose? La risposta a queste domande apre a quella più sconvolgente: cosa si cela dietro il rito eucaristico e di conseguenza dietro il Santo Graal? La chiave dell’immortalità esamina le radici del sacramento eucaristico cercando di capire cosa sia avvenuto durante l’Ultima Cena, evento fondativo di una delle religioni più praticate al mondo, del quale tuttavia non esistono evidenze archeologiche. Lo fa inserendo quell’episodio nell’ambito dei rituali con bevande inebrianti tipici dei culti misterici, bevande che secondo gli studi più recenti erano addizionate di sostanze psicotrope, in particolare allucinogene.
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