Il cavallo Tripoli
È la tarda estate del 1918, tra gli ultimi contraccolpi di Caporetto e i primi segnali della riscossa italiana. Nell'entroterra istriano, a Semedella, l'esercito austriaco ha occupato la villa degli Amidei, dove il giovane Paolo con sua madre attende di iniziare il ginnasio mentre gli uomini di casa, italiani irredentisti, sono dispersi in clandestinità. In quest'atmosfera sospesa, nell'Eden profanato dell'antica dimora, il ragazzo vive la propria inconsapevole scoperta della vita, dei rapporti tra i sessi, delle gerarchie del potere. Simbolo di tutte le sue aspirazioni è Tripoli, il più bello tra i cavalli di cui l'esercito imperiale va disfacendosi, che rappresenterà per Paolo la libertà, la lotta col mondo, e con essa l'addio all'età dell'incoscienza.