Tarquinio Prisco. L'etrusco. Il quinto re
Il suo regno nasce nella menzogna e nella corruzione, eppure sarà lui a condurre Roma alla gloria imperitura, sconfiggendo nemici impavidi e progetti espansionistici e scrivendo un’epopea mirabolante, nella quale si intrecciano aspirazione e brama di potere, sangue e passione, amore e desideri inconfessabili.La sua nascita è avvenuta sotto il segno glorioso dell’aquila. Il suo nome significa “destinato a regnare”. È per adempiere la profezia che il giovane e ambizioso Luchmon, figlio di un agiato mercante etrusco, abbandona Tarquinia alla volta di Roma. Ad accompagnarlo, la bellissima moglie Tanaquil, esperta nelle arti della divinazione, e un’aquila, simbolo di benevolenza divina. Governa la città il nuovo re, Anco Marzio, un monarca benvoluto dal popolo, assai lontano dal suo predecessore, un feroce guerriero consumato dalla sete di conquista e dall’odio verso gli dei. A poco a poco, nel corso degli anni, Luchmon – che ora si fa chiamare Lucio – ne diventa amico, conquistandosi la sua fiducia e il suo favore, tanto da farsi nominare tutore dei suoi figli Tito e Agrippa. Ma è solo una facciata. In realtà l’ascesa al trono dell’etrusco è il frutto di minacce, ricatti e trattative segrete.