Buio a mezzogiorno
Ispirato al processo Bucharin del 1938 (dei cui atti si traducono in appendice alcuni emblematici passaggi), il romanzo è stato protagonista tra il 1940 e i giorni nostri, tra Francia, Svizzera e Inghilterra, di una tormentata e sorprendente avventura editoriale che Silvia Albesano ricostruisce con rigore filologico e convincente ricchezza di dettagli.Mosca, anni Trenta. Nicolaj Salmanovič Rubascëv è un commissario politico: è compito suo scoprire gli avversari del regime, interrogarli, punirli. Ma il destino lo porta sul banco degli imputati, vittima degli stessi aberranti trattamenti che di solito era lui a infliggere. In un primo momento Rubascëv si difende, respinge le accuse, resiste alla tortura. Poi invece capitola. L’indottrinamento dell’ideologia politica vissuta con assolutismo granitico, come una fede, ha la meglio su ogni ragionevolezza e sull’istinto di conservazione: Rubascëv finisce per condividere il punto di vista dei suoi inquisitori e accetta la morte come ultimo servizio da rendere al partito. Feroce conflitto di anime, dramma di coscienze indagato con acuminato scavo psicologico, Buio a mezzogiorno mette in scena la tragedia, storicamente realizzata, del cortocircuito tra l’aspirazione all’utopia e le nefaste conseguenze dell’uso improprio del potere.
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