Cronache dal nuovo mondo. Le parole della nostra identità perduta

Cronache dal nuovo mondo. Le parole della nostra identità perduta

Vanna Vannuccini e Francesca Predazzi ci accompagnano dentro il nostro tempo, ci rammentano episodi significativi, ci fanno sentire il lato oscuro delle masse, ci restituiscono al travaglio infinito dei Balcani, il segreto del successo verde, la dimensione epocale dell'"assedio degli immigrati". Lo sguardo delle autrici si aggira con curiosità e intelligenza dove è passata la Storia (se ancora Storia possiamo chiamarla). Ci porge una chiave interpretativa e lo fa scavando con semplicità nelle parole che usiamo e che a volte usuriamo fino al punto da perderne il senso.Vediamo tutti come il mondo stia cambiando e, dopo la pandemia passata con la sigla Covid19, ancora di più: intelligenza artificiale, smart cities, avatar in sostituzione del personale medico nei grandi ospedali, edifici che controllano 24 ore su 24 chi entra e chi esce, chi fuma di nascosto, chi beve un cappuccino alla soia o chi si è fatto crescere la barba. Miliardi di algoritmi elaborano in continuazione miliardi di dati, sono capaci di imparare gli uni dagli altri, producono milioni di elenchi decidendo loro chi mettere in cima e chi in fondo alla lista. Vanna Vannuccini e Francesca Predazzi ci accompagnano dentro il nostro tempo, ci rammentano episodi significativi, ci fanno sentire il lato oscuro delle masse, ci restituiscono al travaglio infinito dei Balcani, il segreto del successo verde, la dimensione epocale dell'"assedio degli immigrati". Lo sguardo delle autrici si aggira con curiosità e intelligenza dove è passata la Storia (se ancora Storia possiamo chiamarla). Ci porge una chiave interpretativa e lo fa scavando con semplicità nelle parole che usiamo e che a volte usuriamo fino al punto da perderne il senso. Lega i fatti di ieri alle parole di oggi quali selfie, influencer, avatar, che dieci anni fa sarebbero state incomprensibili, a quelle meno note come bit rot, CRISPR, hikikomori, dibling e infine a quelle che ci sembrano più familiari e non lo sono come storytelling, instant journalism, fact-checking, sovrascrittura. Rivisitiamo il mondo con lo sguardo di chi ritrova, insieme al suono del nostro lessico, la violenza sorprendente dell'accadere.
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